Intervista a Marco Valeriani, mastro birraio presso il Birrificio Hammer

Questo mese il titolo di Mr Brewery va a Marco Valeriani, uno dei mastri birrai italiani più conosciuti che quest’anno ha aggiunto ai suoi numerosi successi la “regia” del nuovo birrificio Hammer.

Questo mese il titolo di Mr Brewery va a Marco Valeriani, uno dei mastri birrai italiani più conosciuti che quest’anno ha aggiunto ai suoi numerosi successi la “regia” del nuovo birrificio Hammer.

Il Birrificio Hammer è l’ultima stella nata nel firmamento dei microbirrifici lombardi. Con base operativa a Villa d’Adda, questo birrificio si basa sulla produzione di birre originali e di carattere, le cui peculiarità sono la qualità e la bevibilità per abbracciare e dialogare con lo scenario mondiale, rispondendo con l’eccellenza alla richiesta del meglio nel campo birraio.

Abbiamo incontrato per voi Marco e ci siamo fatti raccontare meglio come è nata questa splendida avventura.

1) Raccontaci di come è iniziata la tua avventura presso il Birrificio Hammer, quali sono le caratteristiche e i valori che vi contraddistinguono?

Hammer nasce dalla passione di Fausto Brigati per la birra artigianale. Ci siamo conosciuti in un pub e da lì’ a poco ci siamo subito sentiti in sintonia così che mi ha presentato il progetto che da tempo aveva in mente riguardo la creazione di un birrificio, coinvolgendomi in questa avventura come elemento chiave, grazie alla mia esperienza ed entusiasta delle mie referenze e creazioni. Parte integrante di questo progetto sono anche suo fratello e suo padre (Roberto e Angelo Brigati). Grazie alla conoscenza e la capacità imprenditoriale e manageriale della Famiglia Brigati e la mia conoscenza tecnica, il birrificio Hammer è diventato realtà. Un connubio tra i nostri background professionali, l’artigianalita’ manuale e la passione sono state il vero trade d’union. La nostra idea di base è di cercare di produrre un prodotto qualitativamente molto valido e dare informazioni chiare e veritiere al consumatore per farlo avvicinare alla cultura della birra artigianale.

2) Come è il rapporto con Comac? Cosa è cambiato dopo il vostro incontro?

La ricerca di partner ideali con i quali creare le giuste sinergie ha portato il nostro business nella giusta direzione sia dalla scelta dei fornitori di impiantistica sia dei fornitori di materia prima. Tra i primi, il quadro di un servizio fortemente strutturato ci è’ stato dato da Comac: un grazie va al loro team di professionisti che ha individuato e confezionato su misura una linea di imbottigliamento isobaricaca in conformità ai nostri requisiti e richieste. Ovviamente, la messa a punto e il perfezionamento dello stesso a seguito dell’avvio, si sono resi necessari. La sinergia tra noi e i tecnici COMAC nell’individuazione e risoluzione di punti di forza e criticità’ si è rivelata vincente. Un successo che è’ stato altresì reso più facile dalla professionalità e accuratezza del lavoro svolto dal ns. partner.

3) Parlaci delle birre che producete e, se ne esiste una, della tua birra del cuore.

Il mio lavoro si è concentrato sul creare una gamma completa di birre che potesse ricoprire gli stili a me preferiti, cercando di creare dei prodotti qualitativamente molto validi, molto caratterizzati, ma al tempo stesso in grado di soddisfare anche i gusti di clienti meno esperti. Ogni birra è stata sviluppata nei minimi dettagli. Dallo sviluppo della ricetta su un impianto pilota, all’identificazione dei nomi delle birre, rendendo ognuna di loro speciale. Per Westfalia per esempio – nome della regione tedesca dove vengono prodotte le birre in stile Kolsch, ma anche dell’iconico camioncino – ho voluto attribuire il senso di libertà, del contatto con la natura e possibilità di viaggiare di cui quel camioncino è diventato un simbolo. L’utilizzo del lievito tipico delle birre provenienti da Colonia e dei luppoli tedeschi di Tettnang, danno l’imprinting a questa birra tipicamente tedesco. Per Asia ho voluto richiamare l’Oriente a me vicino grazie a dei fantastici viaggi e il desiderio di ricreare in una birra i sapori e le fragranze tipici delle cucine asiatiche. A contraddistinguere questa birra è’ per l’appunto l’uso particolare di agrumi, spezie orientali e luppolo giapponese. Sono affezionato a tutte le birre che produco, perché sono il frutto di anni di ricerca e sperimentazioni, ma se proprio devo sceglierne una, la Killer Queen (in stile Double IPA, estremamente luppolata, la nostra più estrema) è la birra che preferisco. Adoro il luppolo americano, i suoi sapori e profumi e sono anni che sperimento ingredienti e tecniche diversi per cercare di avvicinarmi – qualitativamente parlando – il più possibile alle birre prodotte dai miei birrifici americani preferiti, considerati “mostri sacri” nella realizzazione di birra.