Estate: tempo di birre e di sagre, di feste e di nottate

Nell’autunno del 2010 la Dieta mediterranea è stata riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’ UNESCO.

Eventi e sagre

 

La parola “dieta”, anche nella sua traduzione inglese “diet”, richiama immediatamente immagini di stretti regimi alimentari: piatti poco calorici, tendenzialmente sconditi, spesso tristi e tesi a farci mantenere un peso forma ideale… “ideale” secondo standard il più delle volte  discutibili che, spesso, non corrispondono alle caratteristiche fisiche dei singoli individui.

In realtà la parola DIETA, dal greco δ?αιτας, significa “stile di vita”: un atteggiamento consapevole nei confronti del cibo “un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo.” UNESCO.IT

Tradizioni e cibo, antichi borghi e ottimi vini: ovvero le sagre paesane, che in estate rallegrano e movimentano le calde serate della penisola italica, madre della “dieta mediterranea”. Non c’è città, paese o addirittura contrada che non abbia la sua sagra in cui buon cibo, ottimo vino e deliziosa birra non la facciano da padroni.

Ve ne segnaliamo alcune, forse le più strane e curiose.

 

Sagra della Peirbuieira

Questa sagra si svolge alla fine di agosto a Rocca Grimalda, un piccolo paesino in provincia di Alessandria, e protagonista assoluto è la Peirbuieira, un piatto di antichissime tradizioni popolari la cui ricetta è assolutamente segreta ed inimitabile.

 

Sagra del Tajarin cun l’Oca

Restando in Monferrato e più precisamente a Murisengo, non potete lasciarvi sfuggire Sagra del Tajarin cun l’oca.  Come dice il nome, è l’oca a farla da regina, cucinata in diversi modi ed accompagnata dai famosi vini del Monferrato.

 

Sagra di pipindune e ove di Collecorvino, a Pescara.

Che per chi non mastica l’abruzzese stretto, non sono altro che le uova strappazzate con i peperoni fritti, solitamente mangiati a metà mattina …come spuntino spezza digiuno.

Questo piatto semplice e “povero” vi accoglierà con il suo gusto unico, in dolce compagnia delle migliori specialità locali.

Sagra di pipindune e ove di Collecorvino

 

Sagra della Vastedda fritta

Spostandoci decisamente a Sud, esattamente a Gratteri, in provincia di Palermo, per ferragosto possiamo prendere parte alla Sagra della “Vastedda fritta“,

La Vastedda è un impasto a base di farina, lievito, olio extravergine d’oliva tagliata in rettangoli, piegata in due e poi fritta, successivamente viene passata nello zucchero. Può essere anche salata, a fine frittura, in questo caso viene passata nel sale, e con le acciughe, poste al centro della pasta. La Vastedda è annoverata nell’elenco dei prodotti agroalimetari tradizionali (PAT)

E per concludere, la Sagra della Cazzata

A Casarano, in provincia di Lecce, è possibile mangiare la  “cazzata”  che non è altro che l’impasto rimasto durante la lavorazione del pane fatto in casa. 

Questo impasto viene schiacciato, o per dirla alla salentina “cazzato”, e quindi condito nei modi più diversi.

Sagra della Cazzata

 

Durante le sagre anche le bevande tradizionali scorrono a litri e negli ultimi anni, accanto ai già noti vini regionali, è possibile degustare le birre artigianali, ormai prodotte e diffuse su tutto il territorio.

Ogni paese in Italia ha la sua sagra ed è impossibile citarle tutte: voi quale ci consigliate?