Diario di Bordo Regata Comac – Parte 3: E qualcosa rimane…
Ultima puntata per il nostro Diario di Bordo…
Quando arrivano i titoli di coda di un film che ci è piaciuto tanto, quando arriva l’ultima canzone al concerto del nostro gruppo preferito, insomma quando una bella esperienza finisce vorremmo ricordarci di ogni secondo. Non è possibile, ma le sensazioni migliori rimangono anche a distanza di tempo: è andata così anche con la regata. Dopo tanta preparazione e giorni intensi, siamo arrivati all’ultima puntata di questo diario di bordo. Un riassunto dell’esperienza in video e parole, affidate ad alcuni di quelli che ci sono stati.
“Descrivi la giornata in tre parole”: una domanda semplice che ha “messo in difficoltà” quasi tutti, ma in modo piacevole. Colpisce il fatto che alcune parole siano ricorrenti: spirito di gruppo, divertimento, esperienza nuova. Se l’obiettivo era “fare gruppo”, il bersaglio è stato centrato. La regata è servita soprattutto a questo: conoscere meglio i propri colleghi, soprattutto quelli che non si frequentano abitualmente tra loro o magari, appena arrivati, non hanno ancora avuto il tempo di vedere tutti. E poi, certo, la barca: una situazione che aiuta a trovare affiatamento, sangue freddo e capacità di reagire agli imprevisti possibili (un guasto, una defezione all’ultimo minuto e mille altri). Due qualità – affiatamento e capacità di risolvere i problemi – utili anche in azienda.
Molto apprezzata anche l’originalità della proposta: per molti era la prima volta in assoluto su una barca, ma alla fine tutti vorrebbero rifarlo!
E allora… ancora una volta, Buon Vento!